Sportitalia

Tra 24 ore, esattamente il giorno di “tutti i Santi” ed il giorno prima della “commemorazione dei defunti”, Sportitalia chiuderà. Cadavere più, cadavere meno, di certo santi in questa storia dell'imprenditoria italica non se ne sono visti.

Ho lavorato a Sportitalia per qualche anno. Gli anni dell'esordio, sono arrivato ancora prima dell'avvio ufficiale delle trasmissioni ed in regia, assieme a tanta altra gente, c'ero anche io in quel febbraio del 2004.

Come in tante altre TV milanesi, nel senso che l'area meneghina è quella con la grande concentrazione di produzioni televisive, siano esse a livello locale o nazionale, anche Sportitalia si sorreggeva faticosamente su un certo numeri di precari. Negli uffici, negli studi e nelle redazioni. Io sono stato uno di quelli.

A Sportitalia si sono “fatti le ossa” molti, altri come il sottoscritto ci sono arrivati già sufficientemente rodati, poi non mancavano i parassiti ed opportunisti. Pare che ci siano ovunque, chi li assume ha sempre ottimi motivi per non riconoscerli e foraggiarli.

Qualcuno è scappato in tempo per acchiappare occasioni ghiotte in RAI, Mediaset, Sky oppure la consorella di allora EuroSport (EuroSport 2 è nata negli studi di Sportitalia). Altri hanno vivacchiato di contratto in contratto, sperando di fare prima o poi un incontro ravvicinato con un serio programma aziendale. La maggior parte è semplicemente stata masticata, sputata e sostituita con qualcuno che poteva assicurare richieste economiche ancora inferiori. Era tutto quello che importava, oltre che ricavare soldi dalle frequenze analogiche trasformate/moltiplicate, con il provvidenziale passaggio al digitale terrestre.

Ma ora è tutto finito, verrebbe da dire che si è scherzato. Ma c'è poco da ridere.

Da parte mia un abbraccio a tutti i dipendenti e collaboratori che prossimamente faranno la valigia (non utilizzate lo zaino a fondo pagina, si rompe), siete solo le ultime vittime di una ennesima storia italiana.

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-Cenni storici-

Fininvest ed altri soci s'inventavano negli anni novanta Tele+, la prima vera televisione a pagamento in Italia, che poi sarebbe diventata sui satelliti DStv/Tele+ Digitale/D+ e passata di mano in mano, fino ad arrivare alla News Corp di Murdoch, che da 10 anni è ormai Sky. Le frequenze analogiche terrestri di Tele+1 (PrimaTV) e Tele+2 (EuropaTV) non potevano più essere detenute da Fininvest/Mediaset per motivi di antitrust, così le comperava opportunamente la Holland Coordinator and Service di Tarak Ben Ammar & TF1. Lasciando perdere i vincoli d'amicizia e collaborazione aziendale del franco-tunisino con Fininvest/Mediaset, alla fine le reti PrimaTV ed EuropaTV sono state date date in mano alla Interactive Group/Maroncelli 9 di Bruno Bogarelli, perché le trasformasse in Sportitalia e D-Free. Al grido di “torna, ‘sta casa aspetta a te” Mediaset Premium si è poi (ri)presa il multiplex digitale di D-Free. Nei primi anni di vita il canale ha provato a stare a galla con eventi sportivi piuttosto minori per un paese tanto legato al calcio. Il pallido tentativo di dare ai tifosi la Serie B, oppure il wrestling, il motocross, il rugby, il pugilato, etc sono evidentemente stati improduttivi. Nel 2011 i debiti erano già di 15 milioni di euro. Da notare che per un certo periodo l'ospite di punta nelle trasmissioni di calcio è stato Luciano Moggi. All'avvento del formato panoramico 16:9 il panico, Sportitalia ha continuato a trasmettere tutto strizzandolo nel vetusto formato 4:3, denunciando come minimo impreparazione tecnica e sostanziale assenza dirigenziale. Successivamente un isterico passaggio da multiplex a multiple è “finalmente” riuscito a far disperdere nel telecomando dei telespettatori i canali di Sportitalia. Nel 2013 è arrivato il fallimento dell'editore Interactive, l'asta per le frequenze e in autunno il passaggio di un manipolo di conduttori “governativi” alla nuova proprietaria romana LT Multimedia (ex Sitcom) di Valter La Tona. I marchi di Sportitalia sono stati ceduti ad altri e si “proseguirà” con Sport Uno/Sport Due/Sport Tre. Da luglio chi comandava non si è palesato più e nessuno dei lavoratori ha avuto informazioni sul destino futuro. Sportitalia ha vivacchiato fino a poche ore fa e poi solo repliche… fino allo spegnimento di domani.

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